Un rumore di passi su un pavimento o sulle scale è spesso maggiormente udibile in altre stanze che non in quella dove è prodotto perché le vibrazioni prodotte sulle strutture del fabbricato si propagano per via solida a tutto l’edificio praticamente senza alcuno smorzamento. Il sistema per ridurre il rumore generato dal calpestio consiste nel realizzare pavimenti flottanti al fine di evitare ponti acustici o più semplicemente porre tappeti o moquette sui pavimenti. Anche per il calpestio, il livello di rumore si misura sia in laboratorio che in situ. Quando si vogliono determinare le proprietà fonoisolanti di un solaio, si usa una macchina da calpestio normalizzata: questa macchina è costituita da 5 martelli in linea del peso di 0.5 Kg che cadono da un’altezza di 40 mm con ritmo di percussione medio di 10 colpi al secondo; al piano sottostante si misura il livello di pressione sonora medio, filtrato in bande di terzi d’ottava.
Misure in campo: la norma UNI EN ISO 140-7 definisce il livello di pressione sonora da impatto normalizzato L’n con trasmissioni laterali come
(1) | ![]() |
A2= area di assorbimento equivalente della camera ricevente.
e definisce anche il livello di pressione sonora da impatto standardizzato L’nT come
(2) |
![]() |
T2= tempo di riverberazione della camera ricevente.
Per determinare l’indice di valutazione Ln,w, indipendentemente dalla frequenza si applica la norma UNI 8270.
Si utilizza la curva normalizzata delle ISO 717-2 le cui frequenze vanno da 100Hz a 3150Hz in intervalli di terzi di ottava. La curva va traslata verso l’alto fino a quando la somma delle differenze positive tra la curva sperimentale e la curva ISO è minore di 2 (con le frequenze in terzi di ottava).
Ln,w è dato dal valore della curva di riferimento a 500Hz.
Algebricamente:
(3) |
![]() |
N= numero di valori,
n= numero di punti in cui la curva normalizzata è sopra quella sperimentale.
Per ottenere l’indice si deve diminuire unità per unità n, traslando in basso la curva normalizzata, finchè la differenza non è verificata.
Per effettuare una misura secondo la normativa ISO 140-7 sono necessarie una serie di condizioni quali: tipo di sorgente sonora, tipo e posizionamento dei microfoni, dimensioni delle stanze.
La potenza del segnale della sorgente deve essere tale da assicurare che nella stanza ricevente il segnale sia almeno 10 dB al di sopra del rumore di fondo.
Se la differenza tra il segnale ed il rumori di fondo è compresa tra 3 dB e 9 dB, è necessario introdurre una correzione riportata nella tabella
Differenza
tra rumore di fondo e segnale |
Fattore
di correzione (da sottrarre) |
3dB |
3dB |
tra 4 e 5 dB |
2 dB |
tra 6 e 9 dB |
1 dB |
Per differenze minori di 3 dB la misura non può essere effettuata
La procedura di misura prevede una serie di misurazioni dello spettro del rumore di fondo e dello spettro con la sorgente in funzione, in un certo numero di posizioni (minimo 5) in relazione alle dimensioni e alla forma della stanza ricevente.
La misura deve essere fatta con filtri a bande di terzi d'ottava con frequenza centrale
100 - 125 - 160 - 200 - 250 - 315 - 400 - 500 - 630 - 800 - 1000 - 1250 - 1600 - 2000 - 2500 - 3150 (Hz)
oppure con fitri a bande d'ottava con frequenza centrale da 125 Hz a 2000 Hz.
Da queste misurazioni si ottiene uno spettro medio di segnale e di rumore di fondo della stanza sorgente e ricevente da cui ricavarsi L2 utilizzati nella (1).
Per il calcolo del tempo di riverbero nella stanza ricevente T2 da usarsi nella (2), è necessario fare una serie di misure, (minimo 6) , in varie posizioni nella stanza, per ottenere un tempo di riverbero medio da utilizzarsi poi nella formula.
Per una completa conoscenza dei requisiti e della procedura di misura, si consulti la nornativa ISO 140-7.
La legge quadro 447 prevede l’emanazione di diversi decreti e affida all’UNI la compilazione delle necessarie norme tecniche. L’UNI recepisce tali norme dal CEN che a sua volta le recepisce dall’ISO: in questo modo le regole sono pressoché identiche in tutti i Paesi che le applicano.
Di particolare interesse sono le norme UNI EN 20140, UNI EN ISO 140 e il DPCM 5.12.97 che individuano diverse tipologie di edifici e ne fissano, per ciascuna, i requisiti acustici passivi. Ci sono alcune osservazioni riguardanti il decreto: i livelli per ogni categoria sono fissati indipendentemente dalla zona in cui l’edificio è situato; in tal modo la stessa specifica può essere troppo restrittiva in certi casi o insufficiente in altri, inoltre i livelli d’isolamento prescritti per alcuni edifici sono molto meno severi dei livelli prescritti per gli impianti. Infine non è chiarito l’ambito di applicazione e quindi potrebbe ritenersi esteso anche a edifici già esistenti.
Categoria A: edifici adibiti a residenza o assimilabili; |
Categoria B: edifici adibiti ad uffici ed assimilabili; |
Categoria C: edifici adibiti ad alberghi, pensioni ed attività assimilabili; |
Categoria D: edifici adibiti ad ospedali, cliniche, case di cura e assimilabili; |
Categoria E: edifici adibiti ad attività scolastiche a tutti i livelli e assimilabili; |
Categoria F: edifici adibiti ad attività ricreative o di culto o assimilabili; |
Categoria G: edifici adibiti ad attività commerciali o assimilabili. |
Tabella A - Classificazione ambienti abitativi
Categorie di cui alla Tab. A |
Parametri |
||||
Rw (*) |
D2m,nT,w |
Ln,w |
LASmax |
LAeq |
|
1. D |
55 |
45 |
58 |
35 |
25 |
2. A, C |
50 |
40 |
63 |
35 |
35 |
3. E |
50 |
48 |
58 |
35 |
25 |
4. B, F, G |
50 |
42 |
55 |
35 |
35 |
Tabella B - Requisiti acustici passivi degli edifici, dei loro componenti e degli impianti tecnologici
(*) Valori di Rw riferiti a elementi di separazione tra due distinte unità immobiliari.